domenica 6 maggio 2012

Quando il gioco diventa malattia

Un giocatore può essere definito "sociale" se gioca per divertirsi e per stare in compagnia , accettando di perdere denaro senza l'intenzione di rifarsi, se punta secondo le proprie possibilità interrompendo il gioco nel momento in cui lo desidera. Il giocatore patologico invece è sopraffatto  dal bisogno incontrollato di giocare, il tempo ed i soldi dedicati a questa attività infatti sono sempre di gran lunga maggiori di quanto deciso inizialmente. Conseguenze dirette di tale dipendenza sono le notevoli ripercussioni sulla qualità della vita del singolo e della sua comunità di riferimento. In particolare , il progressivo isolamento dell'individuo rispetto alla propria rete sociale compromette le relazioni con le persone significative che progressivamente perdono stima e fiducia in lui. Ma non solo, il giocatore può avere problemi in ambito famigliare e sociale arrivando perfino  a commettere illeciti nel tentativo di recuperare le perdite di denaro al gioco.Gravi danni si riscontrano anche sulla salute fisica e psicologica dell'individuo e dei suoi familiari, provocando un notevole aumento della spesa sanitaria.

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